1. |
Atomi
05:22
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Atomi che coincidono atomi
che definiscono
finzioni collettive,
regole del successo
alibi dei falliti.
Pieno. Vuoto. Materia. Attrazione. Discordanza. Collisione
Immobilità cangiante
di vastità indefinibile,
anelito supremo al divino.
Smania inerte,
incosciente di sé.
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2. |
Approdo sicuro
04:55
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Avrebbe voluto riuscire ad amare
senza tempo,
potersi liberare,
respirare senza affanno
l’aria fresca della notte scura.
L’orizzonte è terso e distante
come anelito fuori portata.
I rami spogli
sono fermi nel cielo vermiglio;
tutto attorno è silenzio di tomba.
Avrebbe dovuto dire ho paura,
non ho scampo,
son cambiato,
son più grigio,
son più amaro.
Dondola la brezza l’amaca
crogiolando chi giace,
masochismo essenziale
a sancire lo smacco
di chi vive di lesa maestà.
Sarebbe stato un approdo sicuro,
lo avrebbe abbracciato
con le mani snelle
accarezzandogli la nuca.
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3. |
Antidoto
04:59
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Come antidoto all’ego,
come antidoto alla trappola,
anche solo per un po’,
non l’occhio
di un ciclone immaginario.
Rifugio sotterraneo,
in sospeso momentaneo
la logica,
anche solo per un po’.
Criterio ambiguo
discernimento non codificato.
Esercizio d’esistenza
esercizio di presenza.
Ignudi, anche solo per un po’.
Manichini in posa pietrificata
paralizzata, annichilita.
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4. |
Primordiale
05:07
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Controvento,
Mezzogiorno terso.
Sole a picco,
sterpaglie secche.
Passi solitari.
Primordiale.
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5. |
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di tetra stazione
l’odore nauseabondo
di carne
fritta
sei del mattino
frastuono
nel metro
nel parco gremito
la fila
la folla
la calca
giochi
meccanici
arrugginiti
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6. |
Il non-senso
04:52
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Il non senso
abita l’abisso,
vertigine inesorabile
della caduta,
valico della soglia,
distacco.
Istantaneamente
affiora
lo sgomento,
sordo.
Moltiplicato.
Ineluttabile.
Annichilente.
Un congegno a orologeria,
vortice senza sostegno
che opprime, soffoca e annulla,
che schianta.
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7. |
Bambino gentile
06:31
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Figlio, bambino gentile,
sei le lacrime di felicità
il profumo della meraviglia che taglia il fiato.
Sguardo innocente,
espressione errante di trepidazione sincera,
un’emozione magnifica
che incute reverenza
e gratitudine
Figlio lontano e arrabbiato,
ché la distanza è difficile.
Tutto ha due facce, tracce indelebili,
inintelleggibili.
Figlio, occhi scuri chiaro lo sguardo,
nella tua stanza la luce.
Balla il pulviscolo, dormo in pace,
sogno di te.
Figlio, ritorno da te, nudo.
Forse perdonerai.
Bimbo, niño, my little boy,
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8. |
La fuga astratta
04:45
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Si rompe tutto,
non regge l’intelletto,
l’unica speranza è un grido d’allarme
che si strozza in gola.
Facile invocare la morte misericordiosa,
velo pietoso sulle umane sofferenze.
La fuga astratta
vagheggia la resa di sé al cosmo,
come pacificazione
e comprensione,
trasformazione.
Con tempo e silenzio,
con la vista di una mente nuova.
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